mercoledì 10 ottobre 2012

Čaven


Giornata incerta quella di venerdì scorso, di conseguenza preferisco evitare giri in alta quota.
Opto per qualcosa di non troppo lontano da casa: carico la bici in macchina e in poco più di mezz'ora sono ad Aidussina. Per salire al rifugio del Čaven e rifare la celeberrima discesa verso Stomaz.
La salita non è niente di particolare, a parte i primi tratti un po' ripidi. Anzi, devo dire che non ero più abituato a fare così tanti km in salita tutti pedalando senza nemmeno un'oretta a spinta, tanto che, dopo la breve sosta a Predmeja ero quasi tentato di salire lungo il sentierino che taglia dritto verso il rifugio invece di proseguire lungo la strada...
Per quel che riguarda la discesa devo dire che quando l'ho fatta più di un anno e mezzo fa mi era sembrata molto più difficile. Certamente molte cose sia nella mia testa sia sulla bici sono cambiate. Non posso dire che sia facilissima, ci sono somunque un paio di tornantini stretti ed alcuni passaggi rocciosi dove ho preferito scendere a piedi, ma comunque rispetto alle discese alpine, ad esempio quella dalla Dobrenscica, che ho frequentato durante l'estate questa è decisamente più semplice è scorrevole. Non per questo però meno divertente, dopo una prima merà più tecnica, la pendenza diminuisce e si possono mollare i freni e sfrecciare nel bosco.
Anche finire il giro e arrivare alla macchina in "solo" 3 ore mi è sembrato strano... quasi una passeggiata.

Solita raccomandazione: questa è una discesa particolare, dove in passato ci sono stati grossi problemi tra bikers e pedoni, e che comunque, come ogni altro sentiero sloveno, è vietato alle bici. Di conseguenza va evitato durante i fine settimana e i festivi

giovedì 27 settembre 2012

Traversata Bohinj-Tolmin


The Inifinte Ride from spargher on Vimeo.

Ore 8.17, stazione ferroviaria di Most na Soči, Slovenia.
Il giro che abbiamo in programma è uno di quelli tosti.
Carichiamo le bici sul treno che ci porterà a Bohinjska Bistrica e ci rilassiamo per una quaratina di minuti.
Alle 9.00 siamo in sella, fa freddino ma spunta il sole e ci godiamo la prima parte del giro che non è altro che un bel trasferimento turistico lungo il lago.
Arrivati al rifugio "pri Savici", dopo un veloce spuntino a base di strudel, la musica cambia. Si imbocca il sentiero che ci porta al rifugio Dom Na Komni con una cinquantina di tornantini e 900 metri di ascesa, molti dei quali percorsi a piedi, non tanto per la pendenza elevata quanto per il fondo spesso poco confortevole.
Superato il bivio per il rifugio ci ritroviamo in un altopiano e imbocchiamo una delle innumerevoli ex mulattiere di guerra e in pochissimi minuti arriviamo al terzo rifugio di giornata, il Koča pod Bogatinom, dove riposiamo un po' e ci gustiamo delle palacinke per recuperare le energie necessarie ad affrontare l'ultima grossa ascesa di giornata: circa 300 metri fino alla sella del Bogatin posta a quota 1803 dove un fresco venticello ci alieterà metre riposiamoe e ci prepariamo alla lunga discesa.
Una discesa che qualcuno ha giustamente definito un "viaggio nel passato" in quanto si svolge interamente sulle mulattiere austro-ungariche della prima guerra mondiale e si snoda attraverso molti ruderi di caserme.
Dulcis in fundo, si imbocca la celeberrima mulattiera scavata nella roccia che ci porterà fino al rifugio della Dobrensciča: questa mulattiera altro non è che il proseguimento di quella che parte da planina Razor che a fine giugno avevo percorso in direzione opposta.
Come quella volta il tratto finale che scende alla valle della Tolminka è su un sentiero a tratti molto tecnico, che ci mette a dura prova e costringe a tirar fuori le ultime energie che ci sono rimaste. Tirando le somme, un giro veramente impegnativo, sia fisicamente che tecnicamente, ma che, una volta portato a termine ti lascia un gran senso di soddisfazione

martedì 18 settembre 2012

Rodica

Il Rodica è una vetta di 1966 metri s.l.m. a metà della catena montuosa che separa il lago di Bohinj dalla valle della Bača.
I piani erano di quelli tosti ma il maltempo li ha fatti saltare, facendomi ripiegare il giorno successivo su questa non troppo breve gita su cui non mi dilungherò molto, bastano le foto e il video a spiegare dove sono stato.
In pratica ho parcheggiato nel paesino di Rut, sono salito in vetta e ridisceso: per la prima parte lungo il sentiero della salita, per la seconda metà invece in un bel sentierino nel bosco che scodella praticamente in paese.

Qualche foto:

Il video della discesa:

"Di qua" Downhill from spargher on Vimeo.

mercoledì 12 settembre 2012

Monte Nero - Krn

La gita sul Monte Nero è diventata ormai un classico per i biker sloveni da quando, dieci anni fa un gruppetto di coraggiosi la provò per la prima volta.
Sarebbe stato bello per me farla tutta ma sarebbe stato pesante farmi tutti i 2100 metri di ascesa in solitaria senza l'ausilio un passaggio in auto per la prima parte.
Ho deciso quindi di provare una versione corta, tralasciando però la luna discesa sulla mulattiera austriaca fino alla valle della Tolminka.
Avevo iniziato a cercare un po' di info sui sentieri lassù sui vari siti specializzati, alla fine però mi sono ritrovato a leggere pagine e pagine di storia sugli eventi di un secolo fa.
Alla fine mi sono reso conto che è vero, come ha già scritto qualcuno, non è un semplice giro in mtb, ma un viaggio nel passato, perchè lassù si respira ancora l'aria di una guerra che fece migliaia di vittime.
Un viandante solitario che ho incrociato mi ha confermato che ancora oggi, lontano dai sentieri frequentati dai turisti, non è raro trovare ossa umane.

Il mio report finisce qui oggi, con una galleria fotografica e un rispettoso silenzio.



Edit: ero partito con la GoPro nello zaino per provare un po' come funzionava... alla fine ho fatto anche un veloce montaggio video:

Non me ne vogliano gli esperti editor ;) magari col tempo imparerò

giovedì 30 agosto 2012

Lovinzola e Navado

Era da un po che volevo andare a vedere questo ormai famoso sentiero del Navado, ma ovviamente visto lo scarso dislivello non mi andava di farmi un'ora di autostrada per girare lì come un criceto.
Così come al solito prendo le mappe e guardo cosa c'e' di "alto" lì in giro.

Valle di Preone

Lo spunto per la gita mi salta fuori guardando qua e là in rete. Un bell'anello sulla mulattiera che passa per casera Lovinzola, salendo dalla valle di Preone.
Dopo una prima parte di salita su asfalto dalle pendenze non trascurabili, ci si immette sulla forestale (Cai 807) che sale con pendenza media quasi costante attorno al 15% verso malga Palis e forchia Rizzat. Per fortuna il fondo è quasi sempre in buono stato e si riesce sempre a pedalare bene.
Ultima fatica verso forc. Rizzat
Qui il sentiero diventa più stretto e sale ripido con pochi tornanti e in alcuni punti bisogna procedere a piedi.
Mulattiera panoramica
Al termine della salita però il sentiero diventa molto bello e panoramico e in leggera discesa ci porta fino a casera Lovinzola di Sopra.


Dalla casera ha inizio la discesa sul CAI 806, dapprima un po' tecnica poi più facile lungo dei tornanti molto ripidi nel bosco. Ad un bivio si prende la forestale verso destra e dopo qualche centinaio di metri bisogna prestare attenzione perchè i segnavia utili per imboccare il sentiero 828 non sono molto evidenti. Una volta imboccato però ci si trova su un bel fondo scorrevole e divertente che ci fa arrivare in pochi minuti allo stavolo Chiampomano.

806
Termina così la prima parte del divertimento e si riprende a pedalare in salita per un paio di km lungo la forestale che sale dal lago in direzione Navado.
Raggiungere l'imbocco del "pistino" non è cosa semplice se non si hanno le corrette indicazioni, ci si ritrova in un dedalo di sentieri e stradine che ricorda un pò il carso. Fortunatamente dispongo di una traccia gps che mi guida verso il punto esatto.

Ri-indossate le protezioni ci si trova davanti un bel sentiero, molto ben curato dai locals, che in poco più di un km e 300 metri dfi dislivello porta velocemente ad incrociare la strada asfaltata a circa quota 480. Da qui il "pistino" prosegue verso Chiaulis, mentre io decido che ne ho avuto abbastanza e che la temperatua è sufficentemente elevata: gira sinistra e con calma rientro su asfalto verso Villa Santina.

lunedì 27 agosto 2012

Monte Terzo

Dopo le centinaia e centinaia di metri di dislivello bici in spalla avevo voglia di un giretto pedalato.
La salita
L'idea me la dà monoman sul suo blog Bicidimont .

Salita da Cercivento allo Zoufplan e discesa verso monte Terzo e il vallone sottostante.

Fortuna vuole che poco dopo la partenza raggiungo un altro biker così chiacchierando del più e del meno ci teniamo compagnia per tutte le tre ore di salita. Meno male, fossi stato da solo stavolta avrei finit per parlare con i sassi!

Bivio per il 155
Giunti al termine della salita sopra i laghetti dello Zoufplan la giornata non è delle migliori: una fredda nebbia ci avvolge e non ci permette di ammirare i panorami.
In vista di malga Tierz

Ci salutiamo, il mio compagno di avventura scende lungo il 154, io invece mi tuffo nel nulla estremo, lungo un 155 avvolto nelle nubi.

Per fortuna più giù la visibilità migliora e mi sparo un bel single track da alto godimento.
Ne esce comunque un bel giro, 1400 metri di salita, con a seguire circa un migliaio di metri in discesa su single track.

Per finire in bellezza, mentre sono alla macchina vedo arrivare due pazzi dalle bici pesanti... scambio 4 chiacchiere sul giro... e scopro che uno di loro è proprio il "signor Bicidimont" in persona.

Sicuramente devo tornarci sia per vedere i panorami scomparsi, sia per completare degnamente il giro con il single track verso Cercivento anzichè rientrare sulla veloce strada statale.

domenica 26 agosto 2012

Canin Grand Tour

Non è che durante le ferie non abbia pedalato, è che non avevo proprio voglia di scrivere

Dunque, partiamo con questo bellissimo giro.

Monte Forat
Domenica mattina, io e Miran siamo partiti con in testa un'idea meravigliosa alla Cesare Ragazzi.
Parcheggiata l'auto a Resiutta ci siamo avviati lungo la ciclabile fino a Chiusaforte e da lì ci siamo immessi in val Raccolana pedalando fino a Sella Nevea. Nonostante l'insistenza dell'ammiraglio per proseguire in bici,  abbiamo preso la cabinovia e siamo saliti fino al Gilberti.

Da qui abbiamo intrapreso la salita a sella Bila Pec, seguita da una lunga e poco pedalabile traversata sul sentiero CAI 632. Appunto, poco pedalabile, e nei rari punti in cui non era la fatica a togliermi il fiato, erano i panorami a farlo.

Un tratto del 632
Interessanti i vari incontri fatti con i montanari della domenica che passeggiavano nel tratto Gilberti-Sella Grubia, alcuni dialoghi:
"Ragazzi ma dove andate? Non ho parole" e io, senza fiato "Nemmeno io puff pant puff pant..."
oppure il vecchio menagramo "Andate a rompervi le gambe" (grattatina...)

A Forchia Terrarossa
Dopo Sella Grubia, percorrendo l'ultima ascesa di giornata sul picco di Grubia, ci ha raggiunti e sorpassati un altro biker (allora non siamo gli unici pazzi Shocked ) che più avanti ci ha aspettato e fatto compagnia.
Dopo forcella di Terrarossa inizia la discesa, un bel tratto in cui si perdono velocemente alcune centinaia di metri di quota... purtroppo il divertimento finisce presto e si intraprende un traverso decisamente pericoloso, sono circa 3 km fino a sella Buia molto esposti con numerosi restringimenti e una frana... sinceramente non consiglio a nessuno di passarci in bici, nè tantomeno ci tornerei io.

La fatica finisce in vista del ricovero Igor Crasso.
Qui il biker pazzo che ci aveva atteso ci accompagna lungo il 643 (era terza volta che lo faccio in meno di 3 settimane)
Che dire... è un piacere seguirlo, non è uno che corre ma fa tutti i passaggi bene, stargli dietro permette di indovinare le traiettorie e mette voglia di far bene. Senza nemmeno accorgermi passo anche quasi tutti i tratti scalinati e arriviamo alla fine del sentiero. Breve disgressione in mezzo al bosco per l'ultimo tratto e poi meritata birra a Stolvizza, con replica a Resiutta.

Tirando le somme... tanta fatica e tanta voglia di tornare da quelle parti.