lunedì 5 dicembre 2011

Panoramica delle vette

Dopo pensamenti e ripensamenti, giovedì scorso ho deciso di prendemi una giornata di ferie per godermi l'ultimo sole prima dell'arrivo dell'inverno.
Avevo voglia di fare la discesa sul sentiero 154, da monte Tenchia fino a Cercivento. Avevo anche voglia però di un bel giro lungo.
Decido di partire alle 8 da Cercivento. Prima salitella fino a Ravascletto poi in leggera discesa verso Tualis. Breve parentesi: qui si respira ancora aria di "delusione" per il recente Giro d'Italia che (non) è passato di qua. Sulle case ci sono ancora gli striscioni appesi con le proteste verso chi ha deciso che quel giorno la tappa doveva essere accorciata.

Panorama da uno degli ultimi tornanti
Da Tualis inizia la lunga salita asfaltata che mi porta fino allo scollinamento sotto il monte Crostis. Man mano che guadagno quota e la vegetazione si dirada si aprono sempre più vasti panorami e spesso mi fermo ad ammirare le cime lontane (e a prendere un po' fiato).

Giunto a quota 1980 l'asfalto termina dopo una leggera discesa ed ha inizio la traversata denominata "Panoramica delle vette" che prosegue su sterrato ben compatto fino al monte Valsecca.
Difficile trovare parole per descrivere i luoghi, se non ci siete ancora stati mettete in programma una gita da quelle parti per la prossima estate.

Sentiero 152
Arrivato alla fine dello sterrato, dove inizia la discesa asfaltata per Ravascletto, si imbocca il sentiero 152 che aggira il monte Valsecca e dopo un po' di discesa inizia a risalire dolcemente su fondo quasi sempre pedalabile.
Il discorso cambia poi quando al bivio successivo procedo sul 154. Vuoi per la pendenza e i massi sconnessi, vuoi per la stanchezza accumulata, mi sono trovato a dover spingere la bici per una ventina di minuti abbondanti.

Laghetti dello Zoufplan
La fatica ha però termine quando, superata la quota massima del giro, circa 2010 metri s.l.m. si giunge sopra la conca dei laghetti dello Zoufplan, dove, in questo particolare periodo dell'anno, ci si trova davanti un paesaggio quasi lunare.

Il 154 nei pressi di Pian delle Streghe
Da qui si percorre un breve tratto di strada sterrata in buono stato di manutenzione e giunti circa a quota 1800 metri, in corrispondenza del tornante del monte Tenchia, si imbocca il single track dove prosegue il sentiero 154 che scende fino a Cercivento.

Non mi dilungo nella descrizione, che potete trovare (QUI), oppure potete vederne il video (QUI), dico solo che l'ho trovata molto gradevole con la mia StumpJumper FSR 29: mai troppo tecnica se non in alcuni brevi tratti un po' troppo pietrosi, e comunque non diventa mai troppo veloce a causa dell'elevata pendenza. Sicuramente una discesa da riprovare quando sarà possibile.

Alla fine, il bilancio della giornata è stato di 46km con 1920 metri di ascesa totale: una sfaticata dalle innumerevoli soddisfazioni.

martedì 22 novembre 2011

Monte Guarda: Autumn Raphsody

Perdonatemi il titolo del post, esplicitamente preso in prestito dal video di un "noto" biker sloveno, ma mi sembra proprio il modo più adatto per descrivere con due parole un giro come questo e in un particolare periodo dell'anno.
Lo Skutnik, o Monte Guarda in italiano, è uno di quei posti dove mi sono sempre ripromesso di andarci sin da quando ho visto le prime foto in rete, quando ancora non "facevo la vera montain baik", e anzi, non concepivo nemmeno l'idea di andare in un luogo del genere in bici. Poi un paio d'anni fà comparse in rete appunto il famoso video sloveno... ormai non ce n'era per nessuno, a costo di farmelo a piedi per il 90% del tempo, ma dovevo andarci prima o poi.
Fatto sta che ieri le congiunzioni astrali, meteorologiche e lavorative mi hanno permesso finalmente di essere lì con una giornata perfetta.
L'idea era quella di fare il giro "lungo" ovvero partenza e arrivo da Osseacco, con la traversata della cresta sul sentiero 731 dalla cima dello Skutnik fino al bivio col sentiero 734 e lungo quest'ultimo ridiscendere a valle.
L'alba verso il Canin
Vista la stagione decido di partire all'alba per avere un paio di ore di luce di margine al pomeriggio. Sono in sella alle 8.00, la val Resia mi saluta con una brina da favola e un clima decisamente freddo che mi accompagnerà praticamente per tutta la salita fino allo scollinamento, dove vedrò finalmente il sole e l'inversione termica mi allevierà le sofferenze.
La prima parte della salita è tranquilla con un paio di saliscendi, poi passato Coritis pian piano la pendenza aumenta, fino alle rampe cementate che arrivano a casera Coot. Da lì so già che mi aspetta più o meno un'ora a piedi sul sentiero della salita, quindi mi armo di tanta pazienza e piano piano salgo lungo il sentiero scorgendo tratti sempre più vasti della cresta che da li a poco andrò a percorrere.
Valle dell'Isonzo
Gli ultimi tornantini sono sempre più ripidi e scalinati e costringono a farli con la bici in spalla, poi all'improvviso scolline e non riesco a trattenere lo stupore nello scorgere il panorama che si apre verso sud, praticamente mi dimentico tutta la fatica fatta per arrivare fin lì e con ritrovate energie salgo le ultime rampe verso la cima situata una trentina di metri più in alto.
Una lunga sosta rifocillante a base di barrette, panino, fotografie mi permettono di recuperare un bel pò di energie, e non prima di aver firmato il libro di vetta inizio la traversata.
La cresta
Si... la traversata... non la si può considerare certo una passeggiata. Dal punto di vista tecnico, a parte qualche raro gradino, non ha nulla di impegnativo, però ci sono alcune cose a cui bisogna stare attenti. La prima parte si fa su un sentiero un po' stretto ed esposto a sud dove è necessaria un po' di prudenza. Vi sono poi alcune risalite piuttosto fastidiose e ripide che, almeno per quel che mi riguarda, costringono a scendere un paio di volte e spingere la bici, tanto che in alcuni momenti mi viene quasi da pensare "chi me l'ha fatto fare".
"Autumn Rhapsody"

Per fortuna dopo qualche km iniza la parte più gradevole: si entra nel bosco in un bel sentiero da favola e la maggior parte si percorre in discesa, incrociando i due bivii con i sentieri 732 e 738 che scendono a valle. Vi è poi l'ultima risalita, quella un po' più impegnativa, che aggira la vetta del monte Stregone: sono circa 200 metri che con le gambe affaticate da altri 1600 metri già "scalati" sembrano non finire mai...
Superata quest'ultima difficoltà finalmente arrivo al bivio col sentiero 734, mentre saluto il 731 che scende a Sella Carnizza
Dopo un tratto di traverso in leggero falsopiano inizia la discesa vera e propria che scorre quasi completamente in un bosco. La prima parte, interamente a zig zag, sarebbe facile ma si tratta di un sentiero abbastanza esposto su un versante ripido dove una distrazione potrebbe portare a conseguenza disastrose. Lo affronto con cautela senza perdere la concentrazione: i tornantini sarebbero perfetti per gli amanti del nose-press, io preferisco farli normalmente, oppure dove non ci riesco scendo e giro la bici a mano...
La discesa però cambia decisamente dopo stavoli Provalo: si rimane sempre nel bosco, con un bel letto di foglie, ma il percorso è di gran lunga più divertente e alterna tratti veloci ad alcuni più lenti e tecnici... senza nemmeno accorgermente arrivo alla sterrata che porta in paese, mollo i freni e sfreccio in mezzo alle case con sul viso dipinto il tipico sorrisino da ebete che ho quando ho appena finito un bel giro!
Alla fine il gps ha segnato 31 km con 1944 metri di ascesa per 6 ore abbondanti (soste comprese)
Non c'è molto da dire se non tanta fatica giustamente ripagata dalle bellezze dei paesaggi.

domenica 30 ottobre 2011

One gear fits all

Ovvero: Single-Speed
Un rapporto solo, niente cambi
Finalmente dopo mesi di appostamenti sui vari mercatini sono riuscito a procurarmi la bici che volevo, una Stumpjumper 29 del 2009, l'ultima con i forcellini posteriori scorrevoli, adatti alla "singlespidizzazione".
Il tempo di procurarmi il necessario per far un buon lavoro e via sui sentieri!

Dopo anni di pedalate sulle colline dietro casa, che cominciavano a diventar veramente noiose ho ritrovato il piacere di girarci, in autunno poi, con il rosso del sommaco è ancora più bello.

Ieri alla fine una cinquantina di km, con mille metri di ascesa totale, e sono tornato a casa decisamente soddisfatto. E ci sto prendendo gusto.

mercoledì 26 ottobre 2011

Una giornata "enduro"

Ornedo
1680 metri di dislivello in discesa.
Quasi tutti percorsi su single track sempre ciclabili.
Un'esperienza di quelle che non te ne dimentichi facilmente, di quelle che mentre sei li che guidi da solo in autostrada per tornare a casa ti si dipinge sul volto un sorrisetto da ebete.

Domenica è andata così, siamo andati a percorrere i sentieri del Pordenonese
Una prima lunga salita da Aviano alle antenne dell'Ornedo seguita da un'altrettanto lunga discesa composta da tratti ripidi, altri veloci, altri più tecnici.

Poi una seconda risalita fin sopra Mezzomonte per imboccare il Troi Trek e a seguire il Picchio morto fin giù a Gorgazzo.

La giornata perfetta, nè troppo fredda nè troppo calda, il terreno compatto e asciutto, la voglia di stare insieme e divertirsi hanno permesso di sopportare l'immane fatica delle salite e delle discese.
Alla fine oltre 6 ore in sella non sono poche, ma ne valeva la pena.
Foto non ne ho scattate, ero troppo impegnato, ma ci sono i link:
Foto di Mao: "Fiammazze sul Piancavallo"
Foto di Miran: "Piancavallo Ornedo e Troi del cinghiale"

Per chi volesse andare a farsi un giro, ecco la traccia:

lunedì 29 agosto 2011

Planina Razor e discesa da Planina Stador

L'idea iniziale era di fare un giro non troppo lungo, così pensavo che l'ideale fosse la salita fino a planina Stador (1050 metri s.l.m.) e scendere verso Poliubinj sul single track proposto da Leon Leban sul suo libro MounTminBike

Sullo sfondo il Rodica

Poi l'insistenza del buon Miran, invitato speciale del giorno, per fare un po' più di dislivello, mi ha fatto prensare a proseguire la salita fino a planina Razor (1325 metri s.l.m)

Che dire... sicuramente la fatica in più è stata ampiamente ripagata dagli spettacolari panorami che si possono ammirare in vari punti.

Dopo planina Kuk

Miran dice: "il passaggio per planina Lom è come entrare in una valle incantata. dalla stradina di bosco si sbuca su questo pianoro con stalle, un po di sacrosanta merda di vacca (giusto un pochino) e due casette rusticissime"

Giunti alla malga Razor, un piccolo sforzo permette di salire al soprastante rifugio e concedersi così una rinfrescante Lasko prima di intraprendere la disesa la cui prima parte, fino a planina Stador, ripercorre la strada della salita.

Ultime fatiche

Il single track ha inizio poco dopo la deviazione per la vetta del Kobala.
Inizialmente può sembrare non ciclabile, a causa delle rocce e dell'erosione, ma poche centinaia di metri inzia ad essere praticabile in sella. Sempre un po' impegnativo a causa del tipo di fondo, non concede mai la minima distrazione. In pochi e brevi punti si deve scendere dalla sella a causa del fondo costituito da pietro troppo grandi e smosse.

Il primo tratto ha termine verso quota 700 metri s.l.m. dove si sbuca in corrispondenza di uno dei tornanti della strada percorsa in salita.
Dopo un centinaio di metri però il sentiero si stacca nuovamente dall'asfalto e riprende a scendere nel bosco, fino a quota 500 circa per finire nuovamente sulla strada.
Dal tornante successivo inizia un breve tratto di strada forestale che porterà alla picchiata finale in un singletrack roccioso e ripido fino alla fine.

Complessivamente un bel giro da 4 stelle: come sempre, bellissimi i posti visitati.
Difficoltà salita: 3/5
Difficoltà discesa: 4/5

lunedì 22 agosto 2011

Planina Sleme

Venerdì scorso mi sono recato a Tolmin in Slovenia per effettuare uno dei giri classici della zona: salire a Planina Sleme, la malga situata alla quota più alta (1448 metri s.l.m.) della zona di Tolmino, e scendere verso la valle del torrente Tolminca verso la chiesa Javorca.
Questo giro, con una descrizione sicuramente migliore della mia, è incluso anche nella guida alla valle dell'Isonzo scritta da Leon Leban

Inizio della salita
La salita parte da Zatolmin, dove le pendenze si fanno subito importanti: per quasi 4 km la media rimane sopra il 15% ma i picchi superano il 30% sempre su fondo cementato.

Planina Pretovc sull sfondo
Successivamente, per altri 3km circa la difficoltà è minore, si iniziano a scorgere alcuni panorami tra gli alberi e in vista di Planina Pretovc il fondo da cementato passa a sterrato.




Superata Planina Pretovc la strada si impenna nuovamente oltre il 10% fino a circa 500 metri dalla fine, dove si pedala su un leggero falsopiano con vista su tutta la parete meridionale del gruppo del Krn.

Ultimo tratto

La discesa invece è "mista": inizialmente si scende con un zig zag nell'erba per poi immettersi in un bel single trail nel bosco fino a sbucare a Planina Medrje. Da qui si fanno alcuni tornanti su una strada forestale fino a Planina Laska Sec





Javorca
Qui, nascosto nel bosco, a sinistra dopo la malga, ha inizio un bel single track lungo una vecchia mulattiera che porta a Planina Crce, dove il sentiero si allarga e siamo ormai in vista della chiesa austro-ungarica Javorca.

L'ultima parte divertente parte dal tornante subito sotto, dove non sembra esserci nulla se non un pascolo, ma attraversandolo si trova il single trail che in breve ci porta sulla strada che da Zatolmin va verso Planina Polog

A questo punto non resta che pedalare per circa 5 km in direzione di Zatolmin lungo la valle della Tolminka. Quando siamo in vista del paese, all'altezza della chiesa di Sv. Peter, si prende il single track sulla sinistra che scende lungo il pendio fino alla strada sottostante.

Complessivamente un giro da 5 stelle considerando la bellezza dei posti visitati e per l'impegno ciclistico richiesto
Difficoltà salita: 5/5
Difficoltà discesa: 3/5

domenica 14 agosto 2011

Planica e Kapela Bes

Erano mesi che aspettavo di fare questo giro.
Proposto sia sul forum MTB Nordest che ai cugini del MTB Forum Friuli, ci siamo ritrovati alla partenza da Kobarid in 7.

Ingresso a Krn
La prima parte della salita, fino a Planina Kuhinja, è tutta su asfalto, ma con pendenze ragguardevoli. Particolarmente suggestivo (oltre che ripido) è il passaggio attraverso il paesino di Krn.


Verso la Zaslap e il Krn
Dal parcheggio del rifugio di Planina Kuhinja inizia una strada mista sterrato/cementato molto faticoso che con 300 metri di ascesa porta direttamente a Planina Zaslap.




Alpi Giulie verso Nord
Dopo la dovuta sosta inizia il tratto a spinta: si prende il sentiero roccioso che si dirige verso la cima del Planica. Dopo qualche decina di minuti si arriva nel punto più spettacolare del percorso, dove il panorama si apre verso nord.

Dopo un breve tratto in discesa con bici in spalla, poi ricomincia il sentiero verso il Planica. Purtroppo l'erba alta in questo periodo della stagione ci costringe a spingere ancora fino all'inizio della discesa. Molto probabilmente in primavera o in autunno il tratto risulta ciclabile.


Discesa da Kapela Bes
Dalla cima la prima parte della discesa scende lungo un pratone in direzione della cappella italiana dedicata al generale Bes, quindi ha inizio il tratto da adrenalina: un single track, inzialmente un po' ripido per poi diventare leggermente più pianeggiante e dal fundo molto compatto. In men che non si dica l'alta velocità ci porta direttamente a Dreznica senza quasi accorgersene.



Usciti dal paese di Dreznica in direzione Kobarid, si prende una stradina sulla sinistra che poco più avanti si trasforma in sentiero lungo la valle del torrente Rocica per la picchiata finale fino a Ladra

Giro da 5 stelle, uno dei più belli che abbia mai fatto
Difficoltà salita: 4/5
Difficoltà discesa: 3/5

Ecco la foto gallery:

sabato 11 giugno 2011

Korada e Castelmonte

Oggi last minute... sfido le nubi e parto alla conquista delle due vette in un sol colpo!

Castelmonte
Partenza da Dolegna del Collio e inizio salita verso il Korada passando per il vecchio valico agricolo di Scriò. La salita è un classico, un misto tra sterrato e asfalto. Il ritmo lento permettere di godere degli ampi panorami verso nord

Versante nord del Korada
La mia intenzione, una volta giunto in cima è di vedere se sia possibile scendere direttamente verso il torrente Judrio, senza pedalare verso Lig. Alla fine finisco in una mulattiera dimentacata dagli uomini fatta di pietre scivolose, ricoperte da foglie scivolose e qualche tronco di traverso ogni tanto... ma si scende praticamente fino al ponte di Miscek.





Il piazzale di Castelmonte
Da qui si prosegue sulle tracce dell'itinerario 40 del libro di Paolo Sortino: Podresca, Oborza, Sant'Antonio, San Nicolo', Strada panoramica Drenchia-Castelmonte e infine Castelmonte, dove mi concedo una meritata sosta.

Single track 748
La discesa si fa lungo il sentiero CAI 748.
Il primo tratto fino alla chiesetta dei 3 re è sterrato e cementato, poi inizia il sentiero. La parte iniziale è scalinata e non ciclabile (per me ) ma poco sotto diventa molto scorrevole e divertente fino a Fragielis.
Da qui è possibile fare ancora qualche piccolo tratto su single track tagliando i tornanti asfaltati fino alla strada a valle.





Segue un breve trasferimento fino a Dolegna e siamo al punto di partenza con 43km e 1300 metri di ascesa

Valutazione complessiva: 3 stelle, da riprovare con terreno asciutto, meglio in autunno con poca vegetazione
Difficoltà ascesa: 4/5
Difficoltà discesa 3/5

Qui la foto gallery

martedì 3 maggio 2011

Primo post

Non so quale delle due cose mi riesce peggio, se scrivere o andare in mtb...

Spero solo con questo semplice blog di riuscire a condividere almeno una piccola parte del piacere di pedalare sulle montagne